Mese: Settembre 2018

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Parte II / Riflessioni su Madrigale senza suono, il nuovo romanzo di Andrea Tarabbia

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3. Il valore della storia nel romanzo

La definizione di Madrigale senza suono quale romanzo storico va articolata su più piani.

In primis è bene sottolineare che, a differenza di quanto capita nel romanzo di Alberto Consiglio, in Madrigale senza suono la storia non viene mai edulcorata, la gravità di certe azioni quindi non viene attenuata, non si nasconde mai la versione di fatti rilevanti né le fonti vengono mai smussate; e, soprattutto, laddove il racconto lo richiede, non si omettono i particolari, in quanto il possesso autentico della scrittura letteraria (finalmente) sa togliere morbosità a gesti e comportamenti per altri autori “equivoci” (come un tradimento, un amplesso, la preparazione di una pozione magica o di un assassinio) e restituire loro la dimensione che gli è propria: quella della quotidianità oppure del contesto socio-culturale dove trovarono svolgimento. Continue reading

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Parte III / Riflessioni su Madrigale senza suono, il nuovo romanzo di Andrea Tarabbia

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5. La riconciliazione degli opposti

Ogni tassello del romanzo, sia esso di natura storica o d’invenzione narrativa, muove in una direzione precisa: la “riconciliazione degli opposti”. Fino ad ora il risultato riduttivo e penalizzante raggiunto in letteratura è che non si è fatto altro che oscillare tra poli contrapposti, raccontandosi del principe madrigalista la genialità o l’inquietudine, l’efferatezza o il martirio, l’arte o la follia, il protagonismo o il vittimismo all’interno di un sistema familiare e sociale di volta in volta creato o subìto, a seconda della prospettiva adottata. Continue reading

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Parte IV / Riflessioni su Madrigale senza suono, il nuovo romanzo di Andrea Tarabbia

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9. Personaggi in chiaroscuro: Caravaggio, Tasso, Staibano e una galleria immensa di tipi e figure

L’alternarsi di luci e ombre trova un paradigma perfetto nella discussione sull’arte che Carlo Gesualdo intreccerà con Caravaggio, interessato egli all’acquisto di un suo quadro raffigurante il Cristo Salvatore. E accanto al pittore una galleria immensa di personaggi, elevati volentieri al rango di tipi e figure, tratteggiati in chiaroscuro. Così è per Torquato Tasso, ad esempio, che Gesualdo è disposto finanche a mettere in imbarazzo, se non altro per rabbia intellettuale: i madrigali che il poeta offre al principe – per essere musicati – sono troppo distanti dai suoi versi migliori, che al contrario Carlo Gesualdo giudica assai efficaci nel pronunciare con naturalezza ogni tipo di sofferenza umana. Continue reading

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Parte V / Riflessioni su Madrigale senza suono, il nuovo romanzo di Andrea Tarabbia

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11. Un viaggio di andata e ritorno: da Stravinskij a Gesualdo e da Gesualdo a Stravinskij

Il viaggio che Tarabbia compie, narrando tutto ciò, non è di sola andata. Se Stravinskij, con la scoperta del manoscritto e la traduzione dello stesso, consente al lettore d’inoltrarsi nelle pieghe più riposte di un celebre personaggio dell’antichità, è pur vero che quest’ultimo – parlando di sé – offre a noi la possibilità di conoscere meglio Stravinskij. Capita così che un romanzo sul rinascimento artistico diventi d’improvviso un romanzo sul ‘900 musicale. D’altra parte le chiose del maestro russo, che accompagnano la lettura della Cronaca dell’Ardytti, agevolandone la comprensione, sono coeve alla composizione di un’opera (il Monumentum) che consacrerà la stagione stravinskiana del serialismo, il suo periodo dodecafonico iniziato nel momento esatto della riscoperta gesualdiana, che è – al tempo stesso – scoperta di un mirabile ponte che collega la storia alla contemporaneità. Continue reading