Pazzi furiosi (secondo il diritto romano) / III
4. La cura “emica”
Di qui la cura “emica” proposta da McClintock, che decide così di attingere ad sua specializzazione, coltivata negli ultimi anni con maestria: l’antropologia. Dice l’autrice: le culture si descrivono e si interpretano utilizzando per quanto più sia possibile concetti “vicini all’esperienza” dei loro possessori; il che vuol dire muoversi all’interno degli spazi storici considerati, dopo esservi entrati nudi, spogliati di tutto ciò che deriverebbe dall’esterno, che rimane dunque fuori; spogliarsi, insomma, del proprio sguardo (etico) per assumere “gli occhi degli altri” cui intendiamo riferirci, di cui intendiamo raccontare l’esperienza. Assumere una posizione “emica”, insomma, significherebbe – sotto diverso angolo visuale – recuperare quella visione storica del diritto romano cui si è tante volte abdicato – in chiave pandettistica – per conclusioni attualizzanti. Continue reading