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Pazzi furiosi (secondo il diritto romano) / III

4. La cura “emica”

Di qui la cura “emica” proposta da McClintock, che decide così di attingere ad sua specializzazione, coltivata negli ultimi anni con maestria: l’antropologia. Dice l’autrice: le culture si descrivono e si interpretano utilizzando per quanto più sia possibile concetti “vicini all’esperienza” dei loro possessori; il che vuol dire muoversi all’interno degli spazi storici considerati, dopo esservi entrati nudi, spogliati di tutto ciò che deriverebbe dall’esterno, che rimane dunque fuori; spogliarsi, insomma, del proprio sguardo (etico) per assumere “gli occhi degli altri” cui intendiamo riferirci, di cui intendiamo raccontare l’esperienza. Assumere una posizione “emica”, insomma, significherebbe – sotto diverso angolo visuale – recuperare quella visione storica del diritto romano cui si è tante volte abdicato – in chiave pandettistica – per conclusioni attualizzanti. Continue reading

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Pazzi furiosi (secondo il diritto romano) / II

2. Storia e storiografia

La romanistica, a dire il vero, non è a digiuno su questi temi. Ricorda l’autrice: “Dividendosi per ambiti (il tragico, il medico e il filosofico-giuridico), essa ha affrontato numerosi problemi interpretativi attinenti alla follia, confrontandosi proficuamente con fonti extra-giuridiche, letterarie, mediche e retoriche”.

Ecco, il pregio dello studio di Aglaia McClintock è anche qui: unire alla storia la storiografia, indicare cioè le più importanti monografie che hanno caratterizzato lo studio della follia nell’antica Roma. Altro pregio è che il criterio cronologico utilizzato dall’autrice nell’esposizione delle fonti storiografiche non penalizza affatto il dialogo tra le monografie di un tempo e quelle di oggi. Capita così che l’Audibert, autore del primo lavoro organico sulla follia, nel 1890, dialoghi con Michel Foucault, la cui storia della follia del 1961 è al principio di molti avvenimenti, ivi compresa in Italia la Legge Basaglia sulla chiusura dei manicomi nel 1978. Su questa scia, si collocano i contributi di Oliviero Diliberto, Enrico Nardi, Carlo Lanza, Ferdinando Zuccotti, Giunio Rizzelli e così via, ognuno con le proprie caratterizzazioni. Continue reading